Made in Italy

Piacenza Calcio 1919 | Nicolò Cavenaghi | 2020-2021

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  1. danivilla83
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    Allenatore UEFA B

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    Dopo aver passato settimane a leggere le coinvolgenti carriere altrui è arrivato il momento di provare ad intraprendere un’avventura tutta mia. Curioso di mettermi alla prova e di vedere l’evoluzione di una carriera pubblica ed interattiva. Naturalmente sono aperto a tutti i suggerimenti e i consigli del caso.

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    La scelta è ricaduta su Piacenza, principalmente perché ci gioca un amico, inoltre combaciava con la mia volontà di partire dalle retrovie, ma non troppo. La serie C è la soluzione più adatta.
    La conseguenza di questa scelta associata alla storia della società mi ha portato a cercare un upgrade alla carriera. Come tutti sanno, e come vedremo ripercorrendo il passato biancorosso, Piacenza si rese famosa per aver passato la buona parte degli anni in serie A rifiutandosi di acquisire giocatori stranieri. L'intento è quello ripercorre, per quanto possibile, i meravigliosi anni 90. Per cui la squadra sarà costruita interamente con giocatori italiani. Per l'arrivo in serie A dipende da quanto saremo bravi.
    Il tutto cercando di evitare prestiti, e valutando che farne di quelli già presenti inizialmente in base alle esigenze numeriche.

    Brevi Cenni Storici
    Per il Piacenza Calcio 1919 corre l'anno del centenario, pur avendo avuto una piccola parentesi con altro nome nel recente passato causa fallimento.
    Un secolo trascorso soprattutto nella terza serie, poi a cavallo degli anni 90, con l'avvento del presidente Garilli, cambia la musica. Nel 90-91 l'ultima promozione in B, due anni più tardi arriva la storica promozione in Serie A: la data indelebile é il 13 giugno '93, espugnando il San Vito di Cosenza. Il Piacenza tutto italiano in massima serie dura solo un anno, condannato da una sospetta vittoria a SanSiro della Reggiana.
    Si torna tra i cadetti, ma solo di passaggio. Nel 94-95 i biancorossi dominano la serie B, trascinati dal tridente DeVitis Inzaghi Piovani; è record di punti.
    Per 8 anni consecutivi la serie A diventa l'habitat naturale della società, il cui fiore all'occhiello è rimanere Made in Italy. Solo nel 2001 si piega all'ingaggio dei primi stranieri (Amauri e Matuzalem).
    Il 2002-2003 è l'ultimo campionato giocato in massima serie. Inizia un lento declino che porterà al fallimento del 2012.
    Nel 2016-17 si torna a giocare in serie C, fino a sfiorare la promozione lo scorso anno: il sogno svanisce nei minuti di recupero; l'Entella segna, sorpassa, e va in B, costringendo il Piacenza ai playoff dove la corsa si ferma ancora una volta ad un passo dalla meta.

    Il Presente
    Si arriva al 2019-20 dove protagonista di questa storia è Nicolò Cavenaghi (profilo totalmente inventato), piacentino doc che ha giocato nella provincia alternando Eccellenza e Serie D per poi passare a lavorare nel settore giovanile del Piacenza. Il buon lavoro svolto vale la chiamata dei piani alti. L'attitudine a lavorare coi giovani tornerà utile nello sviluppo del progetto.
    Nel momento del suo insediamento la situazione generale è la seguente per quanto riguarda le strutture

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    e le finanze, che lascio giudicare da chi ne sa

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    Se confrontata alle altre squadre del girone, la rosa del Piacenza sembra essere di medio livello, coerente con le ambizioni di playoff, costituita da un buon mix tra giovani e giocatori d'esperienza. Ad eccezione di Sestu (35) che è anche il giocatore dal passato più nobile, non si va oltre i 31 anni. Poco alla volta li conosceremo.

    TATTICA
    Concludiamo la presentazione con una parte fondamentale, la tattica. Questo per aver subito un riscontro con impressioni ed idee. Il precampionato è alle porte ed è il momento per testarla sul campo, sperimentare e correggere.

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    Le scelte iniziali virano su una difesa a 3, con due esterni a tutta fascia; i 3 di centrocampo si divideranno i compiti di costruzione, copertura e inserimento, ognuno in percentuale diversa a seconda dei compiti. Una seconda opzione nella mente dello staff tecnico è avanzarne uno nella posizione di trequartista. Infine una coppia d'attacco, classica.

    In possesso palla attraverso una costruzione dal basso si cercherà di far arrivare questa nei piedi dei centrocampisti, cercando un fraseggio che porti poi ad innescare all'occorrenza gli esterni o le punte. In questo tornerà utile la seconda punta che agirà in aiuto dello sviluppo di gioco.

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    La transizione negativa sarà gestita tornando ad occupare la posizione difensiva; una volta compattate le linee ci si difenderà ad una altezza standard: non troppo schiacciata per tenere lontani gli avversari dall'area, ma nemmeno troppo alta così da non lasciare troppo spazio alle spalle dei difensori.
    La volontà di avere una squadra corta e compatta porterà ad avere una linea di pressing molto bassa, così da poter sfruttare lo spazio una volta riconquistata palla.

    Edited by Andrew1684 - 19/5/2020, 11:07
     
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